Se continuerò a fare

ciò che ho sempre fatto

potrò arrivare solo dove

sono già arrivato. Perciò prendo

un appuntamento

con me stesso

e mi fermo a riflettere.

Prediligiamo la relazione al profitto che contempliamo come restituzione.

Vogliamo essere punto di aggregazione per promuovere cultura, unirci ad altri attori e proporci come driver di vera evoluzione nelle imprese come nelle organizzazioni con la prospettiva di un nuovo Umanesimo.

Vogliamo che la “solitudine imprenditoriale” sparisca per dare spazio ad una sintonia progettuale dove vita e lavoro si fondono, senza ansie, generando reale benessere.

Crediamo che l’amore, inteso come ricordo della nostra identità possa far sparire la voglia o il bisogno di agire come “consumatori” cambiandoci in esseri migliori, “co-autori” di vita.

Vediamo un mondo in cui le persone perseguono legittimamente il loro diritto alla felicità e le imprese sono luoghi accoglienti capaci di costruire identità sociale, dove ci s’incontra e ci si perdona degli errori commessi e insieme si riparte con umanità.

Vogliamo riconsegnare alla moneta

il ruolo di mezzo per uno scambio equo di valori.

Vogliamo essere liberi di riconoscerci, lasciar cadere le maschere che abbiamo imparato a portare e ritrovare il senso di appartenenza.

Vogliamo che al centro di un vortice vitale ci siano persone e istituzioni e che dalla loro relazione scaturiscano consapevolezza, coraggio, nuove visioni e nuovi progetti per l’ambiente, per la comunità e per il singolo.

Vogliamo tramandare la nostra esperienza alle generazioni future affinchè possa essere una “rete” di supporto e di prevenzione che permetta loro di avere coraggio, di conoscere e di agire con capacità per cambiare e “elevarsi” senza paure.

Vediamo un mondo che evolve creando valore “non solo” economico e un presente che va oltre il concetto di guadagno. 

Crediamo nel confronto costruttivo e nella progettualità d’insieme, integrale, perché la convergenza di intenzioni rende possibile la realizzazione.

Vogliamo che imprese e imprenditori osino, governando il cambiamento, acquisendo consapevolezza della loro possibilità di continuare a “fare” anche nelle difficoltà, anziché agire solo - in buona fede, per sopravvivere – per “aggiustare” i numeri del bilancio al fine di ottenere credito.

Vogliamo far stare meglio le persone, le organizzazioni e la collettività e dire no a tutto ciò che le deturpa e ricerchiamo l’equilibrio armonico del sistema per “vivere” anche in futuro.

Vogliamo scrivere pagine di storie di imprese capaci di nascere, vivere e morire con consapevolezza, non solo in risposta al mercato. Partire e ripartire includendo e superando.